11 aprile 2008

Le elezioni italiane all'estero

La Reuters Uk ha una sezione dedicata alle stranezze che accadono nel mondo: Oddly Enough. L’Italia ci compare purtroppo abbastanza spesso. In periodo di elezioni politiche a fare clamore non sono i battibecchi tra i candidati, le polemiche sulle schede “ambigue”, la moratoria sull’aborto o gli attacchi al presidente Napolitano: a richiamare su di sé l’attenzione del mondo è stata l’ex diva dell’hard Milly D'Abbraccio, con i suoi manifesti provocatori.

Basta con le facce da c...” è lo slogan che campeggiava sotto la gigantografia del suo fondoschiena. “La gente non vuole più vedere le facce dei politici” ha spiegato la candidata del partito socialista all’agenzia. Noi, che la vicenda l’abbiamo seguita nel suo habitat naturale, possiamo dire che la vicenda è stata ben più complessa. Milly D'Abbraccio ha fatto stampare di sua volontà i manifesti e li ha diffusi in due circoscrizioni della Capitale. Sommersa da una valanga di polemiche, ha fatto un passo indietro e ha ammesso di aver compiuto un errore. Perché? Di quando ci si scusa per aver vivacizzato una campagna elettorale altrimenti iper noiosa?

Diverso ragionamento invece per l’immagine di questo sgangherato Paese all’estero. Le agenzie che ci riguardano non ci presentano più come un popolo di santi, poeti e navigatori. Con buona pace di Cristoforo Colombo o di Dante Alighieri, siamo poco più di una macchietta. Lo stereotipo “pizza, mandolino e mafia” ha lasciato posto a uno ben più deprimente: siamo la nazione dell’emergenza immondizia, dei record negativi (minore occupazione femminile, maggiore pressione fiscale, stipendi reali più bassi), del conflitto d’interessi (che ci costa ogni giorno migliaia di euro di multa dalla Ue), delle soubrette scollacciate in fascia protetta e delle caste intoccabili di ispirazione medioevale. E non perdiamo occasione per dare spettacolo...

Anche questa campagna elettorale si è avviata alla conclusione. A giorni si saprà chi guiderà l’Italia nei (si spera) prossimi 5 anni. L’Europa istituzionale è lì che attende come un falchetto. Ha grandi aspettative dal prossimo Governo. Le casse pubbliche sono alla frutta e qualcuno deve rimpinguare la dispensa. Neanche i cittadini però sguazzano nell’oro e se la pressione fiscale viene ulteriormente aumentata (o anche lasciata così com’è), si prospettano parecchie cene a zuppa di cipolle per i ceti medio bassi. L’Ue, come dicevo, è lì che aspetta che l’Italia rialzi la testa. Lo stanno aspettando anche tanti italiani, indecisi se continuare a sperare in tempi migliori o fare le valigie ed emigrare all’estero come dei contadini del primo Novecento.

La situazione non è facile e gli stessi leader dei principali partiti lo hanno ammesso. “Rialzati Italia” della Pdl o il “Si può fare” del Pd (come non ricordare l’espressione folle di Gene Wilder in Frankenstein jr.) sono una ventata di ottimismo che non tace le difficoltà. Un po’ come respirare a pieni polmoni nel traffico cittadino del tardo pomeriggio...

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