20 maggio 2008

Alitalia, un restyling dubbio dalla parcella salatissima

Gianni Dragoni, in un'inchiesta per "Il Sole 24 ore", ha messo in luce "gli sprechi e i favori" nella crisi di Alitalia.
Partiamo dal "restyling" del logo.
Notate differenze tra il prima...






...e il dopo?









Per la cronaca, la radicale revisione (l'aggiunta del corsivo e la lievissima variazione cromatica) è costato 520 mila euro.
Un'operazione decisamente utile in un periodo di grande crisi economica come quella che sta attraversando Alitalia.

Controverso il nuovo logo introdotto nel 2005, il «restyling del marchio», con la scritta Alitalia che ora è leggermente inclinata verso destra, una differenza quasi impercettibile rispetto alla precedente. All'assemblea del 2007 Libonati ha cercato di difendere la scelta, avvenuta nella precedente gestione. «Alitalia nella strategia di riposizionamento della compagnia e della marca aveva deciso di rinnovare il servizio offerto ai clienti accompagnandolo con il restyling del marchio», che risaliva al 1969. Per il restyling, «svolto in collaborazione con la sola agenzia di comunicazione», Saatchi & Saatchi, la compagnia – ha detto Libonati – ha sostenuto «per disegni e realizzazione dei nuovi materiali», il costo complessivo di 520mila euro tra il 2005 e il 2006.
«Il nuovo logo è stato introdotto nel 2005 sulle macchine per il check-in veloce di Fiumicino ed è risultato più apprezzato dai clienti Alitalia; è stata effettuata un'analisi, con un gradimento complessivo che è passato da 56,9 al 61% degli intervistati dalla ricerca Gpf e associati», ha detto Libonati. Non sembra un grande miglioramento. Ma soprattutto non si comprende come mai una compagnia in crisi abbia affrontato spese di questo genere. Un costo ulteriore e più consistente, non reso noto, è stato sostenuto per ridipingere il marchio sugli aerei.
E poi c'è la pubblicità. «La comunicazione pubblicitaria è stata svolta nel 2006 con la collaborazione dell'agenzia internazionale Saatchi & Saatchi e del centro media Mindshare», ha detto Libonati. «La società per il 2006 ha sostenuto costi pubblicitari complessivi pari a circa 22 milioni».

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