30 giugno 2008

Acqua: sappiamo davvero cosa beviamo?

Stanca delle bottiglie di acqua minerale (che spreco di plastica!) e stremata dal caldo di questi ultimi giorni, mi sono detta: "Perché non prendere una brocca con filtro?".
Come al solito prima di fare un acquisto - anche minimo come questo - mi sono documentata in Rete.
Ho scoperto che forse così utili le brocche a carboni attivi non lo sono. Meglio l'acqua di rubinetto.

Secondo Altroconsumo, le caraffe con filtro non solo non servono a migliorare la qualità dell'acqua di rubinetto, ma se è possibile la peggiorano pure, rilasciando ammonio, nitriti e incrementando la carica batterica.
Vai all'indagine completa.

Ci preoccupiamo dell'aria che respiriamo, del cibo che mangiamo... Ma pensiamo mai all'acqua che beviamo? E' una componente fondamentale della nostra vita, eppure non sappiamo cosa c'è nel nostro bicchiere.
Un articolo pubblicato su politicadomani.it è utile per capire la situazione:
vai all'articolo
Si scopre così che se l'acqua del rubinetto può non essere sicura, quella minerale lo è ancora meno.
La situazione è stata per anni talmente grave che nel 1999 l'Unione Europea ha avviato una procedura di infrazione contro l'Italia: le nostre acque minerali in bottiglia erano le più inquinate d'Europa.

L'acqua di rubinetto subisce controlli molto più frequenti e più dettagliati rispetto a quella in bottiglia. Le aziende che commercializzano l'acqua minerale (che costa 500/1000 volte più dell'acqua di rubinetto), per legge devono ripetere i controlli anche una sola volta ogni 5 anni.
C'è poco da star tranquilli quindi anche comprandola in supermercato. La plastica dei contenitori, ad esempio, può rilasciare sostanze tossiche in condizioni luce/calore non ottimali. Avete mai visto bottiglioni pieni al sole? Ecco, quello non è per niente sano. E non si sa neppure cosa avvenga durante il trasporto su gomma...
La rivista del Trekking non ha usato mezzi termini quando ha denunciato "la grande truffa dell'acqua minerale":
I proprietari delle acque minerali pagano cifre irrisorie per le concessioni di prelievo delle acque e fanno guadagni elevatissimi.
Un gigantesco, inutile mercato sostenuto dai grandi business dell'industria alimentare, ma anche dalle grandi società di autotrasporto, dai produttori di plastica, dalle principali agenzie di pubblicità.
I camion che spostano acqua da un punto all’altro della penisola rappresentano uno dei grandi “affari” dell’autotrasporto: stiamo parlando di circa 600.000 viaggi su Tir.
Ma non è tutto: miliardi di contenitori di plastica devono poi essere smaltiti, aumentando notevolmente il mostruoso giro di soldi che ruota intorno all’acqua in bottiglia.

Insomma, meglio l'acqua di rubinetto? Dipende sicuramente dall'acquedotto e dallo stato delle proprie tubazioni.
Teniamo conto che:
- non tutte le città e le zone metropolitane hanno depuratori;
- nelle zone agricole si è registrato qualche caso di contaminazione da pesticidi;
- sono impiegati trattamenti chimici disinfettanti (cloro) che lasciano residui, che s'impennano nelle ore di trattamento;
- passa attraverso tubature a volte vecchie e rugginose.
Non rimane che l'acqua filtrata, che però va consumata in breve tempo (a meno di non voler aumentarne la carica batterica) e si può ricavare solo con un impianto d'osmosi inversa casalingo. L'investimento non è però trascurabile.
A voi la scelta...

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