8 dicembre 2012

Canzoni censurate

Ieri mentre ero in macchina alla radio passano "Piccolo grande amore" di Claudio Baglioni. E sento "mani sempre più ansiose, le scarpe bagnate". Eh? Ma non era "mani sempre più ansiose di cose proibite"? Oggi mi è tornato in mente, sono andata a controllare e ho scoperto che effettivamente la canzone è incappata nella censura e la versione per il singolo aveva un testo più "morigerato". Dice Wikipedia:
Il testo di Questo piccolo grande amore racconta la storia d'amore di due giovani ed il loro approcciarsi per la prima volta al sesso. La canzone tuttavia fu duramente colpita dalla censura che costrinse ad alcuni cambiamenti di parole nel testo. Quindi sulla versione registrata sul singolo "la paura e la voglia di essere nudi" fu modificato in "la paura e la voglia di essere soli", mentre "mani sempre più ansiose di cose proibite" divenne "mani sempre più ansiose, le scarpe bagnate". Nella versione presente sull'album però la canzone mantiene il testo originale.
Che in Italia si fosse un po' "bacchettoni" non stupisce, quindi passo a censure ben più interessanti che ho scoperto proprio facendo questo post.

Partiamo dalla premessa. Perché la censura?
Su questo sito si trovano molte informazioni interessanti: http://musicaememoria.altervista.org/la_rai_e_le_canzoni.htm.
Ecco un estratto:
Al tempo della radiotelevisione monopolista esisteva una commissione di controllo sui programmi, e quindi anche sulle canzoni da trasmettere. Non che non ci sia anche ora, sia alla RAI sia alle private, ma dei testi delle canzoni non si occupa quasi più, è completamente focalizzata sul cinema. Naturalmente non si chiamava "commissione di censura", perché uscivamo da poco dal regime fascista, e il ricordo della censura vera e propria era fresco, ma "commissione di ascolto" preventivo e di controllo sui testi, che dovevano essere adatti al pubblico della radio, che poteva essere composto da chiunque, quindi anche da bambini (di solito è sempre questo l'argomento a supporto delle commissioni di controllo, specie se l'argomento poco adatto ha attinenza con il sesso).
Chi incappò quindi nella censura?
Partiamo con una canzone che mi piace molto:

Ho scoperto che la frase (al minuto 2:35 del video) "Il mendicante arabo ha qualcosa nel cappello..." in realtà avrebbe dovuto essere "Il mendicante arabo ha un cancro nel cappello...".
Sul sito www.marcoliberti.it/ c'è anche la spiegazione:
per la censura della Rai che motivò la cosa dicendo che al pubblico non piaceva sentir parlare di cancro nell'ora della messa in onda del brano che era intorno a mezzogiorno.
Meglio l'originale o la versione "censurata"? Qui c'è un'interessante analisi del verso: http://paleozotico.blogspot.it/2008/03/ma-tutto-questo-alice-non-lo-sa.html

Passiamo a Canzone per un'amica:

Il testo è splendido e commovente ma non tutti hanno la sensibilità per apprezzarlo. Un funzionario Rai tuonò che la canzone dava un'immagine negativa dei viaggi in auto (erano i tempi in cui si stavano ponendo le basi per la dipendenza dall'auto di proprietà che ci condiziona ancora oggi) e sentenziò che "in autostrada non si muore". Ovviamente con "Dio è morto" ci furono ben più problemi (e vale la pena di sottolinearlo, Radio Vaticana la mise in onda, forse perché là qualcuno si degnò di ascoltare il testo).

Scopro che pure Gianni Morandi ha avuto i suoi grattacapi, e l'effetto fu comico.
Ecco cosa segnala questo sito, a cui vi rimando per leggere tutte le altre censure fatte alla musica italiana http://speradisole.wordpress.com/2012/02/12/la-grottesca-censura-sulle-canzoni/:
Gianni Morandi fu vittima di un incidente diplomatico quando presentò C’era un ragazzo che come me . un verso che diceva: «Va nel Vietnam e spara ai Vietcong». Si presumeva una critica alla politica estera degli Stati Uniti. Fu presentata persino un’interrogazione parlamentare e quando arrivò il momento di cantare i Tv, arrivarono goffi suggerimenti da funzionari Rai che chiesero di sostituire Vietnam e Vietcong con «Corfù» e «Cefalù». Niente da fare e allora Migliacci, che aveva scritto il testo, suggerì a Morandi: «Va nel tatatà e spara ai tatatà» cosa che suscitò le ire della Rai e l’ilarità del pubblico.
Concludo infine con il mio cantante preferito, Fabrizio de André. Nel suo caso non devo neppure cercare fonti online perché so tutto delle censure relative alle sue canzoni. Nel suo caso, per i temi trattati e anche per le scelte stilistiche, le censure non mancarono. Basti pensare alla levata di scudi in occasione de "La buona novella" che però poi è stato alla fine giustamente apprezzato per quello che è: il più bel racconto sulla vita di Gesù visto nella sua veste di uomo prima che di divinità. Per chi lo volesse ascoltare (e poi comprare e riascoltare ogni volta che si vuole):

"La città vecchia" è un esempio classico di censura dei testi per volgarità. Andiamo alla strofa che inizia con "Vecchio professore cosa vai cercando in quel portone, forse quella che sola ti può dare una lezione...". Nella canzone "mainstream" prosegue così: "...quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie, quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie". Non fa una piega, peccato che in origine fosse: "...quella che di giorno chiami con disprezzo specie di troia, quella che di notte stabilisce il prezzo della tua gioia". Indovinate qual è la parola che ha fatto scattare la censura?
In Bocca di Rosa normalmente si sente: "Il cuore tenero non è una dote di cui sian colmi i carabinieri ma quella volta a prendere il treno l'accompagnarono malvolentieri...". Peccato che nelle intenzioni originali fosse "Spesso gli sbirri e i carabinieri al loro dovere vengono meno
ma non quando sono in alta uniforme e l'accompagnarono al primo treno
". Anche in questo caso la censura ce la si spiega abbastanza facilmente ma a quanto ne so fu autoimposta dalle stesso de André per rispetto alle forze dell'Ordine.
Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitier è abbastanza famosa, anche in virtù della partecipazione di Paolo Villaggio. Il testo è fantastico e presenta nel modo migliore la mediocrità dei potenti. Tutti conosciamo questo passaggio:
"Frustando il cavallo come un ciuco
tra il glicine e il sambuco
il re si dileguò".
Chissà le reazioni del pubblico a questo:
Frustando il cavallo come un mulo
quel gran faccia di culo 
del un re si dileguò 
(ci sono varie versioni, tra cui "con gran faccia da culo" ma la sostanza non cambia).
Poi ci sono censure più sottili come in Se ti tagliassero a pezzetti dove "signora libertà signorina fantasia" nei concerti si trasformava in "signora libertà signorina anarchia":

E chiudo con la versione inedita e non censurata de "La canzone del maggio" tratta dal bellissimo "Storia di un impiegato" (questo è il testo della versione "rivisitata" http://www.angolotesti.it/F/testi_canzoni_fabrizio_de_andre_1059/testo_canzone_canzone_del_maggio_33079.html).
A questo punto mi domando... questo post verrà censurato?

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